L’Intelligenza artificiale (AI) si appresta a diventare parte della nostra quotidianità nonostante la resistenza mostrata in diverse occasioni da esponenti della politica, dell’imprenditoria e del mondo culturale.
Uno strumento dal grande potenziale, che spaventa proprio per quest’ultimo, e che sta spingendo il mondo dei servizi verso una nuova rotta.
L’arrivo dell’AI sta cambiando il volto della trasformazione della digitale del mondo assicurativo e finanziario, tuttavia oggi, più che mai, è necessario colmare il gap delle competenze.
È il panorama che è emerso dal report “Digital Disruption: l’impatto delle tecnologie emergenti sul settore assicurativo”, realizzato dalla società Ernest & Young (EY) in collaborazione con l’Italian Insurtech Association (IIA) e il supporto di Liferay.
I Vantaggi dell’Intelligenza Artificiale generativa
Secondo lo studio, che ha coinvolto diversi operatori del settore, l’intelligenza artificiale trasformerà radicalmente il settore assicurativo, con un significativo impatto in termini di aumento della competizione tra gli attori mercato.
L’IA può trovare applicazione in diversi aspetti offrendo numerose opportunità come:
- il potenziamento dell’efficienza operativa;
- la personalizzazione su larga scala;
- l’esplorazione delle nuove opportunità;
- la valutazione dei rischi più accurata;
- la prevenzione delle fronti assicurative;
- l’offerta al cliente di un’esperienza altamente personalizzata;
- l’ottimizzazione della gestione dei sinistri.
L’impiego dell’AI nel settore assicurativo: il risultato della ricerca
Tuttavia, nonostante la quasi la totalità degli intervistati abbia concordato sull’importanza dell’Intelligenza artificiale, il 45% delle Compagnie non l’ha ancora adottata all’interno del proprio business, e solo il 7% ha dimostrato un grado di maturità avanzata, e solo per alcuni ambiti.
In particolare l’IA trova attualmente una maggiore applicazione nella gestione dei sinistri (67%), in quanto facilita la raccolta e l’analisi delle informazioni per gestire le pratiche.
A seguire troviamo un suo impiego:
- nella fase di sottoscrizione delle polizze (47%);
- nella produzione di materiale di marketing e informativa ai clienti (47%);
- nella quotazione dei rischi (40%);
- nell’assistenza post-vendita (40%);
- nello sviluppo prodotti (20%);
- Gestione incassi e pagamenti (13%).
Una lista che sarà sempre parziale, in quanto il maggiore vantaggio dell'IA generativa consiste nella sua capacità di apprendere dati, adattarsi, e fornire nuove soluzioni: di fatto imparando a rispondere a sempre più task e richieste diverse.
La possibilità di addestrare un algoritmo di IA apre a infinite possibilità, e dobbiamo essere pronti a sviluppi rapidi, quotidiani e repentini.
Secondo il report, tra le principali sfide legate all'IA troviamo infatti:
- Necessità di upskilling e re-skilling dei dipendenti
- Necessità di up-skilling e reskilling della classe dirigente
- Impatti organizzativi e change management
Le altre tecnologie che stanno cambiando il mondo dei servizi
L’indagine, oltre che sull’Intelligenza Artificiale, si è soffermata su altre cinque tecnologie emergenti, considerate le più influenti sul settore:
- Robotica e Intelligent Automation;
- IoT;
- Sensoristica Avanzata e Dati Satellitari;
- Blockchain, Smart Contract;
- Metaverso.
Tra queste, la Robotica si attesta tra le tecnologie più utilizzate: il 96%, infatti, ha dichiarato di aver già iniziato a utilizzarla e il 19% ha sviluppato un livello di maturità avanzata.
Seguono: l’IoT con il 74%, e il 22% di stato di implementazione avanzato; la Blockchain con il 19% di sviluppo parziale, e solo il 4% con un grado di maturità avanzata; e il Metaverso considerata dalla quasi totalità degli intervistati una tecnologia ancora immatura.
La Blockchain in particolare è la tecnologia che sta trovando maggiori svillupi, anche in ambito istituzionale, vista la capacità di immagazzinari e dati e renderli immutabili e inattaccabili.
Nella catena di valore l'impiego maggiore (oltre il 50%) per la Blockchain è infatti dedicato alla sottoscrizione ed emissione delle Polizze.
Prossimi sviluppi e investimenti: è il momento di cogliere la sfida?
I principali ostacoli emersi intorno all’applicazione all’uso di queste tecnologie, in particolar modo per quanto riguarda l’Intelligenza artificiale, la Blockchain e la Robotica è la necessità di fornire di fornire una formazione adeguata ai dipendenti (70%) e alla classe dirigente (59%), pianificando opportune iniziative di change management (30%).
Si tratta tuttavia di uno step necessario in quanto, come dichiarato da Simone Ranucci Brandimarte, in occasione dell’Insurtech Day, “…siamo ormai entrati nell’era dell’Insurance Digital Customer (IDC)”.
Il 50% dei consumatori è un cliente digitale e si prevede che, entro il 2030 rappresenterà oltre l’81%. Inoltre sul piano del mercato professionale, nel triennio 2023-2025, è previsto l’inserimento di 25mila figure professionali come cloud architect, system administrator data analyst ed esperti in digitalizzazione dei processi. Tutte figure che nel 50% dei casi non sono mai state all’interno di aziende assicurative.
Il contesto europeo: un'evoluzione ancora poco omogenea
Secondo l’Indice dell'economia e della società digitali (DESI) 2022, attraverso cui la Commissione europea monitora i progressi digitali degli Stati membri, l’Italia si posiziona al 18esimo posto tra i 27 Stati Membri.
Se da un lato, questo dato segna una crescita, rispetto al ventesimo posto del 2021, dall’altro evidenzia una certa fatica per il nostro Paese che resta sotto la media dell’Unione Europea con un punteggio di 49,3 (rispetto alla media di 52,3).
Secondo il rapporto, gli Stati membri hanno destinato in media il 26% dei finanziamenti alla trasformazione digitale, superando la soglia obbligatoria del 20%. Tra i Paesi più virtuosi troviamo Austria, Germania, Lussemburgo, Irlanda e Lituania che hanno investito oltre il 30 % della loro dotazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza al digitale.
L'Unione Europea, infatti, ha messo a disposizione oltre 127 miliardi di euro da dedicare alle riforme e agli investimenti connessi al digitale nei piani nazionali per la ripresa e la resilienza. Tuttavia, oggi, solo il 54% dei cittadini europei, di età compresa tra i 16 e i 74 anni, possiede competenze digitali di base, e l’obiettivo è di arrivare almeno all’80% entro il 2030.
Inoltre, nonostante l’accelerazione del processo digitale, in parte dovuta alla pandemia, che ha portato molte aziende ad adottare soluzioni come i pagamenti digitali e le tecnologie cloud, è ancora molto basso l’utilizzo dell’IA e dei big data, che si attestano, rispettivamente, solo all’7% e al 14%.
L’obiettivo del 75%, da raggiungere entro il 2030, sembra al momento molto lontano. Riusciremo a stare al passo?